Il Campanone - la voce di Gubbio
"Di lassù si scoprono i tetti di coppi, giusto quali apparirebbero ad un aereoplano in volo, si scoprono le ripide strade strette e fonde tra le antiche mura, si scopre la campagna quieta" ...La città e il suo Campanone
Il rapporto tra la città e il suono del "Campanone" è carico di intensità e si ramifica nelle sensazioni legate ad ogni fatto. Ogni funzione o evento che si svolge sul suolo eugubino è scandito dallo scorrere dei suoi "tocchi". dalla Festa dei Ceri, ancestrale sacrificio che gli eugubini compiono ogni 15 maggio nei confronti del loro Santo protettore Ubaldo, al vetusto Palio della Balestra, secolare sfida con gli amici biturgensi. Dal duello ferragostano tra i quartieri, alle cerimonie religiose, in un calendario continuo che contiene anche festività nazionali.
Sempre lassù a battere l'orologio dei nostri ricordi. a raggiungere ogni largo, piazzale e, meglio ancora, la sovrastata Piazza Grande. Scorre così l'anno sfilando i giorni che hanno segnato il dolore lasciato dalle guerre, le gioie liberatorie delle solennità e via dicendo. Arroccati negli angusti spazi, i campanari, partecipano ad ogni attimo che fluisce tra le mura urbiche. Il civico rintocco, che segna la presenza di regole ferree tramandate dai padri, ancora oggi è in grado di chiamare i consiglieri comunali alla riunione.
Quella delle "sonate" rappresenta una modalità fantastica per introdursi nella città, capace di immergere direttamente e chiunque in atmosfere che provengono dal passato, decisamente rispettose dell'uomo e delle cadenze della vita. Una scuola di tradizioni conservate e preservate da influenze esterne, legate fortemente all'equilibrio di chi comprende che il "Campanone lancia il segnale più alto.