27 aprile 2013

Gubbio La Festa Dei Ceri

Da più di 850 anni il 15 maggio si celebra a Gubbio una delle feste più suggestive e coinvolgenti del territorio italiano, tanto che i 3 ceri sono stati eletti a simbolo della regione Umbria. La manifestazione si tiene alla vigilia dell’anniversario della morte di sant’Ubaldo, avvenuta nel 1160, e rispecchia il profondo legame che da sempre lega gli eugubini al loro santo patrono.

Pietralunga Pieve dei Saddi


Contrazione di Pieve dei Santi, è edificata nel luogo in cui, secondo la tradizione, avviene il martirio di San Crescentino, soldato romano del IV secolo, decapitato sotto l'imperatore Diocleziano per aver abbracciato la religione cristiana. 

12 aprile 2013

Il cammino di francesco


Gubbio 1206
"Vieni qui, fratello lupo; io ti comando, in nome di Cristo,
 di non fare alcun male né a me né ad altri".
 San Francesco è stato molto legato alla città di Gubbio, ed ancora oggi nelle vie e nelle piazze della città  medioevale, echeggia il suo ricordo nitido ed il suo messaggio di Pace. Aprile, il mese della primavera e del risveglio, è il momento ideale per scoprire la città che accolse il santo di Assisi in fuga dai beni materiali e in cerca della fede profonda. Qui, nel lontano 1206,  il celebre incontro con la fiera, il lupo che terrorizzava le campagne divorando animali e uomini. Francesco riuscì ad ammansirlo riportando la pace e la serenità. Da quel giorno il lupo visse due anni a Gubbio: entrava ed usciva liberamente dalle porte delle case come un animale domestico senza fare o ricevere alcun danno.

9 aprile 2013

Francesco e Gubbio


San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226. Giovanni Francesco Bernardone, figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205, Francesco si dedicò infatti a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina, dopo aver avuto una visione di san Damiano d'Assisi che gli ordinava di restaurare la chiesa a lui dedicata.
Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio. Nella cappella di Santa Maria degli Angeli, nel 1208, un giorno, durante la Messa, ricevette l'invito a uscire nel mondo e, secondo il testo del Vangelo di Matteo (10:5-14), a privarsi di tutto per fare del bene ovunque. 
Tornato ad Assisi l'anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine (poi denominato primo ordine) ed elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro prima sede nella chiesetta della Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto da papa Innocenzo III; nel 1212 anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il secondo ordine francescano, detto delle clarisse. Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la Terra Santa, ma un naufragio lo costrinse a tornare, e altri problemi gli impedirono di diffondere la sua opera missionaria in Spagna, dove intendeva fare proseliti tra i mori.
Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari. Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate, i segni della crocifissione, sul cui aspetto, tuttavia, le fonti non concordano. 
Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per la creazione espresso nel Cantico di frate Sole, probabilmente composto ad Assisi nel 1225; in esso il Sole e la natura sono lodati come fratelli e sorelle, ed è contenuto l'episodio in cui il santo predica agli uccelli. Francesco, che è patrono d'Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Viene sovente rappresentato nell'iconografia tradizionale nell'atto di predicare agli animali o con le stigmate.

3 aprile 2013

Mercatini dell'antiquariato


Mercatini dell'Antiquariato in Umbria
Appassionati d'arte e antiquariato, curiosi e turisti potranno girare tra le bancarelle nelle vie e nelle piazze dei centri storici dell'Umbria

2 aprile 2013

Pieve di Coccorano

C 0 C C O R A N O (m. 440 slm.) 
L’origine del nome non si conosce. Coccorano non ha un agglomerato di case, è non è stato mai totalmente dipendente o collegato ad Assisi.
Il castello
 risalirebbe agli inizi del feudalesimo in Italia, al tempo delle calate degli imperatori germanici. Fa fede dell’antichità del castello il testo di una iscrizione posta a fianco dell’altare maggiore dell’attuale Chiesa di Coccorano. La fondazione del castello risale da un tale Ranaldo, capostipite di una antichissima FamigliaEugubina che partecipò alle crociate sotto le insegne di Goffredo di Buglione. Nell’anno 1257, Ugolino un discendente di Ranaldo, venuto in discordia con i reggitori del governo di Gubbio, andò esule a Perugia dove poi i Conti di Coccorano assunsero il cognome di Bigazzini. Jacopo Bigazzini,fervente ammiratore di San Francesco, accolse spesso in Coccorano il Santo a cui donò Caprignone posto sull’alture che sovrastano il Chiascio. Alcuni storici francesi hanno avanzato l’ipotesi che Favarone Di Offreduccio di Bernardino, padre di Santa Chiara di Assisi, abbia abitato a Coccorano in occasione della congiura dei Raspanti, trovarono protezione e rifugio presso il Castello di Coccorano molti perugini scampati alla carneficina scatenata in Perugia nell’anno 1393 dalla fazione popolare. La torre di Coccorano molto ambita per la sua favorevole posizione di controllo della valle, venne molto contesa. Sorse una disputa tra Perugia ed Urbino, la firma di pace nella discordia avvenne nel Castello di Biscina. Divisa l’immensa proprietà terriera di un tempo, scomparsa la nobile stirpe dei Conti di Coccorano, ora resta se non il ricordo delle loro gloriose gesta.
Il castello primitivo e del sec. .XI, i suoi resti fanno supporre che in epoca non precisata, è stata ampliata, aggiornato nei modi di difesa e questo alla fine del sec. XIV o inizio del XV, sia per la torre che per le mura di cinta. Attualmente sull’alta ripa, che è visibile sulla destra del Chiascio, troviamo Belmonte, solida casa, le cui fondamenta costruite in pietra locale, testimoniano la presenza dell’antico castello.
La Chiesetta attuale, il cui titolare è S.Antimo, ha l’abside ad oriente, su cui è eretto il campaniletto a croce , non è distante dalle vestigia del castello.