4 aprile 2012

Citerna


Di antiche origini etrusche, il territorio di Citerna fu densamente popolato anche in età romana come
attestato dai ritrovamenti di fittili e monete nel territorio comunale. Nel periodo medievale fu aspramente
contesa fra la ghibellina Arezzo e la guelfa Città di Castello.
Nel 1463 passò allo Stato Pontificio.
Agli inizi del 1500 Citerna fu data in vicariato alla famiglia Vitelli di Città di Castello che, dopo averla
arricchita di monumenti ed opere d’arte, la tenne fino alla fine del secolo. Dopo che i Vitelli lasciarono il
governo di Citerna, questa fu assorbita nella vita monotona di tanti altri piccoli paesi dello Stato Pontificio.
Nel 1849 ospitò Garibaldi mentre si ritirava presso Ravenna e nel 1860, prima di tutte le città umbre,
entrò a far parte del Regno d’Italia. Nell’entrare in questa cittadina si ha come la sensazione di varcare
la soglia del tempo. La particolare struttura edilizia è disegnata su due livelli urbanistici sovrapposti: gli
Ammassi e il borgo. Nel sottosuolo si trovano gli Ammassi, camminamenti, percorsi, volte e numerose
cisterne di raccoglimento e depurazione delle acque piovane, da cui probabilmente deriva il
nome Citerna. Dal corso principale, Corso Garibaldi, si accede al palazzo Municipale, ex Convento
di San Francesco e alla chiesa di San Francesco. Costruita nei primi decenni del Cinquecento,
ospita al suo interno un affresco di Luca Signorelli, una deposizione del Pomarancio alcuni dipinti
di Raffaellino del Colle e la Madonna con Bambino attribuita recentemente a Donatello. Proseguendo il
cammino si arriva in piazza Scipione Scipioni dalla quale si ammira l’intera Valtiberina, dal monte de
La Verna fino ai Sibillini.
Salendo si incontra la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono del paese. Al suo interno sono state
provvisoriamente collocate una pala del Pomarancio e una Madonna col Bambino di Luca Della Robbia,
il Giovane, recentemente restaurate.
Proseguendo si incontra il piccolo teatro Bontempelli, costruito dalla famiglia Vitelli nel Cinquecento
e oggi sede di importanti rassegne di teatro amatoriale. Sulla sommità si erge La Rocca, la parte più
antica del castello, di origine longobarda, vecchia residenza dei signori del luogo.